Contenuto principale



COSA E' L'EXULTET

0 L'Exultetche viene chiamato anche Preconio pasquale, è uno dei più antichi inni della tradizione liturgica cattolica di rito romano. Se ne hanno testimonianze sin dalla fine del IV secolo, benché il testo si sia consolidato e uniformato nell'attuale versione solo nella seconda metà del XIII sec.. Viene cantato integralmente la notte di Pasqua nella solenne Veglia Pasquale, da un diacono o un cantore. Con questo inno il declamante invita la Chiesa tutta a gioire per il compiersi della profezia del mistero pasquale, ripercorrendo nel canto i prodigi della storia della salvezza.http://it.wikipedia.org/wiki/Exultet

Origini e significato del rotolo
Il testo e la melodia dell'Exultet furono più volte trascritti tra il X e il XIV secolo su rotoli formati da più fogli di pergamena cuciti insieme.
L'origine di questa pratica è attestata quasi esclusivamente in ambito meridionale ed è forse da ricercarsi nei cosiddetti libelli: piccoli libretti composti da uno o più quaternioni destinati alla celebrazione di determinate festività o di particolari azioni liturgiche (il rito di investitura sacerdotale, l'unzione dei malati ed altro).
Essi erano molto diffusi nel medioevo e costituivano manufatti estremamente semplici e di modesto valore.
Di conseguenza, nelle celebrazioni più importanti, venivano talvolta sostituiti da esemplari assemblati nella più nobile forma di rotolo.
L'adozione di questa inconsueta tipologia libraria a fini liturgici richiamava infatti le forme dei papiri dell'antichità.
Essa fu però probabilmente suggerita nel Meridione anche dalla conoscenza dei riti della chiesa greco-orientale.
Questi ultimi prevedevano l'utilizzo di rotoli manoscritti, denominati kontakia, forse già nel V-VI secolo e comunque sicuramente nell'VIII-IX secolo.
La loro conoscenza dovette avvenire in ambito beneventano-cassinese grazie ai monaci italo-greci che, nei secc X-XI, trasmigrarono dalle Calabria e la Sicilia verso la Campania e il Lazio meridionale. 
E' infatti nell'area beneventana che compaiono i primi esemplari di rotoli di Exultet

http://www.exultet.it/rotoli.html

Exultet rotoli liturgici del medioevo meridionale
Le api negli Exultet


L'Exultet è un prodotto multimediale ante litteram, confezionato ad hoc, a partire dal secolo X in un'area molto ben circoscritta, quella geostorica della Longobardia minore.

E' un rotolo formato da fogli di pergamena cuciti insieme sui quali è trascritto il testo della Benedictio cerei, corredato da notazioni musicali ed illustrato da miniature che corrono nel senso inverso alla scrittura, particolare insolito ma funzionale alla destinazione d'uso: la suggestiva liturgia del sabato santo.

Durante la veglia, nella chiesa gremita, satura di incenso, ricca di preziosi arredi, rischiarata dalla luce mobile che profila uomini, architetture e cose in cangianti sembianze. Il diacono intona la Laus, srotolando man mano dall'alto dell'ambone il rotolo davanti al clero e ai fedeli riuniti in mistica attesa. In un'atmosfera solenne e trepidante dove i gesti, gli apparati, i canti, le luci, gli odori concorrono a preparare gli animi all'estrema catarsi della tragedia cristiana, l'illustrazione, la scrittura e il canto si fondono nell'Exultet in una sintesi sfarzosa carica di significati religiosi, politici ed ideologici la cui riconoscibilità immediata è affidata all'immagine.

Nella rielaborazione emotiva e nel ripensamento di ciò che è stato il Medio-Evo, mai, come in questi ultimi anni, lo sguardo, saturo di consumo visuale, ha riportato all'orizzonte della storia i segni, i significati, le connessioni strutturali di parole quali imago, pictura, species, vultus, con cui quell'epoca lontana e distante designava l'immagine, penetrando i sensi: didattica ma anche, memoria delle cose sante e funzione emozionale,

Nell'Exultet c'è tutto questo e di più. Già come oggetto, per confezionarne uno occorrono le pelli di 30 pecore, l'Exultet esprime, senza mezzi termini, lo status symbol e il potere dei grandi signori della preghiera, della guerra e del denaro, i committenti di questo potente mezzo di comunicazione che usa linguaggi diversi nella logica di una inculturazione serrata volta verso tutti i fedeli, la maggior parte "idiotae" analfabeti.

La parola cantata, drammatizzata, scritta, visualizzata in un contesto di forte emotività devozionale, colpisce gli astanti, ognuno dei quali decodifica i segni che sa intendere.

Nel rapporto testo-immagine il Medioevo privilegia il testo cui l'immagine è subalterna. "In ipsa legunt qui litteras nesciunt".

Il pensiero di Gregorio Magno, semplificato dal Mâle(1898) nella fortunata espressione di Biblia pauperum ha segnato tutto il Medioevo. Ancora nel secolo XII Onorio Augustodunense definisce la figurazione come litterae laicorum. L'immagine assume per gli analfabeti la funzione propria del testo destinato ai letterati che possiedonogli strumenti per comprenderlo. Attraverso la figurazione si organizza un discorso visuale, l'unico comprensibile alle masse, che però, non sempre risulta essere speculare al testo. Spesso l'immagine è manipolata per affermare concetti forti, funzionali al potere e alla cultura dominante. Un chiaro esempio è la raffigurazione delle api che è presente nella maggior parte degli Exultet. La scena delle api, che simboleggia la verginità di Maria, è caratterizzata da varietà iconografiche riferibili a due tipologie: una figurazione, forse di origine bizantina, ridotta agli elementi essenziali, quali api, alveari e fiori e un gusto più narrativo e popolare che compone scene realistiche e vivaci raffiguranti sciami che volano per i campi, contadini intenti a raccogliere miele e cera o catturare uno sciame per rinchiuderlo nei bugni.

Floriana Sacchetti

Museo Diocesano e Cattedrale (Bari)Largo S.Sabino 7 (Palazzo Arcivescovile)
70122 - Bari
tel 080/5210064
AnonimoLa lode del cero durante la liturgia pasquale. Immagine dell'Exultet II.
1060 circa
L'Exultet II è lungo circa 399 cm. Come l'Exultet I contiene i testi della liturgia pasquale. Anch'esso sembra essere stato eseguito a Bari, forse nello stesso scriptorium. Il tratto del miniaturista è tuttavia più rozzo di quello dell'Exultet I

http://www.immaginidistoria.it/immagine1.php?id_img=42&id=8&id_epo=1

 

 

Testo latino

Exultet iam angelica turba caelorum:
exultent divina mysteria:
et pro tanti Regis victoria tuba insonet salutaris.


Gaudeat et tellus tantis irradiata fulgoribus:
et, aeterni Regis splendore illustrata,
totius orbis se sentiat amisisse caliginem.


Laetetur et mater Ecclesia,
tanti luminis adornata fulgoribus:
et magnis populorum vocibus haec aula resultet.


Quapropter astantes vos, fratres carissimi,
ad tam miram huius sancti luminis claritatem,
una mecum, quaeso,
Dei omnipotentis misericordiam invocate.
Ut, qui me non meis meritis
intra Levitarum numerum dignatus est aggregare,
luminis sui claritatem infundens,
cerei huius laudem implere perficiat.

Vers. Dominus vobiscum.
Resp. Et cum spiritu tuo.
Vers. Sursum corda.
Resp. Habemus ad Dominum.
Vers. Gratias agamus Domino Deo nostro.
Resp. Dignum et iustum est.

Vere dignum et iustum est,
invisibilem Deum Patrem omnipotentem
Filiumque eius unigenitum,
Dominum nostrum Iesum Christum,
toto cordis ac mentis affectu et vocis ministerio personare.

Qui pro nobis aeterno Patri Adae debitum solvit,
et veteris piaculi cautionem pio cruore detersit.

Haec sunt enim festa paschalia,
in quibus verus ille Agnus occiditur,
cuius sanguine postes fidelium consecrantur.

Haec nox est,
in qua primum patres nostros, filios Israel
eductos de Aegypto,
Mare Rubrum sicco vestigio transire fecisti.

Haec igitur nox est,
quae peccatorum tenebras columnae illuminatione purgavit.

Haec nox est,
quae hodie per universum mundum in Christo credentes,
a vitiis saeculi et caligine peccatorum segregatos,
reddit gratiae, sociat sanctitati.

Haec nox est,
in qua, destructis vinculis mortis,
Christus ab inferis victor ascendit.

Nihil enim nobis nasci profuit,
nisi redimi profuisset.
O mira circa nos tuae pietatis dignatio!
O inaestimabilis dilectio caritatis:
ut servum redimeres, Filium tradidisti!

O certe necessarium Adae peccatum,
quod Christi morte deletum est!
O felix culpa,
quae talem ac tantum meruit habere Redemptorem!

O vere beata nox,
quae sola meruit scire tempus et horam,
in qua Christus ab inferis resurrexit!

Haec nox est, de qua scriptum est:
Et nox sicut dies illuminabitur:
et nox illuminatio mea in deliciis meis.

Huius igitur sanctificatio noctis fugat scelera, culpas lavat:
et reddit innocentiam lapsis
et maestis laetitiam.
Fugat odia, concordiam parat
et curvat imperia.

O vere beata nox,
in qua terrenis caelestia, humanis divina iunguntur!¹

In huius igitur noctis gratia, suscipe, sancte Pater,
laudis huius sacrificium vespertinum,
quod tibi in hac cerei oblatione sollemni,
per ministrorum manus
de operibus apum, sacrosancta reddit Ecclesia.

Sed iam columnae huius praeconia novimus,
quam in honorem Dei rutilans ignis accendit.
Qui, licet sit divisus in partes,
mutuati tamen luminis detrimenta non novit.

Alitur enim liquantibus ceris,
quas in substantiam pretiosae huius lampadis
apis mater eduxit.²

Oramus ergo te, Domine,
ut cereus iste in honorem tui nominis consecratus,
ad noctis huius caliginem destruendam,
indeficiens perseveret.
Et in odorem suavitatis acceptus,
supernis luminaribus misceatur.

Flammas eius lucifer matutinus inveniat:
Ille, inquam, lucifer, qui nescit occasum:
Christus Filius tuus,
qui, regressus ab inferis, humano generi serenus illuxit,
et vivit et regnat in saecula saeculorum.

Resp. Amen.

Testo italiano

Esulti il coro egli angeli, esulti l'assemblea celeste:
un inno di gloria saluti il trionfo del Signore risorto.

Gioisca la terra inondata da così grande splendore;
la luce del Re eterno ha vinto le tenebre del mondo.

Gioisca la madre Chiesa, splendente della gloria del suo Signore,
e questo tempio tutto risuoni
per le acclamazioni del popolo in festa.

E voi, fratelli carissimi,
qui radunati nella solare chiarezza di questa nuova luce,
invocate con me la misericordia di Dio onnipotente.
Egli che mi ha chiamato, senza alcun merito,
nel numero dei suoi ministri, irradi il suo mirabile fulgore,
perché sia piena e perfetta la lode di questo cero.

Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.

In alto i nostri cuori.
Sono rivolti al Signore.

Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio.
È cosa buona e giusta.

È veramente cosa buona e giusta
esprimere con il canto l'esultanza dello spirito,
e inneggiare al Dio invisibile, Padre onnipotente,
e al suo unico Figlio, Gesù Cristo nostro Signore.

Egli ha pagato per noi all'eterno Padre il debito di Adamo,
e con il sangue sparso per la nostra salvezza
ha cancellato la condanna della colpa antica.

Questa è la vera Pasqua, in cui è ucciso il vero Agnello,
che con il suo sangue consacra le case dei fedeli.

Questa è la notte in cui hai liberato i figli di Israele, nostri padri,
dalla schiavitù dell'Egitto,
e li hai fatti passare illesi attraverso il Mar Rosso.

Questa è la notte in cui hai vinto le tenebre del peccato
con lo splendore della colonna di fuoco.

Questa è la notte che salva su tutta la terra i credenti nel Cristo
dall'oscurità del peccato e dalla corruzione del mondo,
li consacra all'amore del Padre
e li unisce nella comunione dei santi.

Questa è la notte in cui Cristo, spezzando i vincoli della morte,
risorge vincitore dal sepolcro.

Nessun vantaggio per noi essere nati, se lui non ci avesse redenti.

O immensità del tuo amore per noi! O inestimabile segno di bontà:
per riscattare lo schiavo, hai sacrificato il tuo Figlio!

Davvero era necessario il peccato di Adamo,
che è stato distrutto con la morte del Cristo.
Felice colpa, che meritò di avere un così grande redentore!

O notte beata, tu sola hai meritato di conoscere
il tempo e l'ora in cui Cristo è risorto dagli inferi.

Di questa notte è stato scritto: la notte splenderà come il giorno,
e sarà fonte di luce per la mia delizia.

Il santo mistero di questa notte sconfigge il male,
lava le colpe, restituisce l'innocenza ai peccatori,
la gioia agli afflitti.

Dissipa l'odio, piega la durezza dei potenti,
promuove la concordia e la pace.

O notte veramente gloriosa,
che ricongiunge la terra al cielo e l'uomo al suo creatore!

In questa notte di grazia accogli, Padre santo, il sacrificio di lode,
che la Chiesa ti offre per mano dei suoi ministri,
nella solenne liturgia del cero,
frutto del lavoro delle api, simbolo della nuova luce.

Riconosciamo nella colonna dell'Esodo
gli antichi presagi di questo lume pasquale
che un fuoco ardente ha acceso in onore di Dio.
Pur diviso in tante fiammelle non estingue il suo vivo splendore,
ma si accresce nel consumarsi della cera
che l'ape madre ha prodotto
per alimentare questa preziosa lampada.

Ti preghiamo, dunque, Signore, che questo cero,
offerto in onore del tuo nome
per illuminare l'oscurità di questa notte,
risplenda di luce che mai si spegne.

Salga a te come profumo soave,
si confonda con le stelle del cielo.
Lo trovi acceso la stella del mattino,
questa stella che non conosce tramonto:
Cristo, tuo Figlio, che risuscitato dai morti
fa risplendere sugli uomini la sua luce serena
e vive e regna nei secoli dei secoli.

Amen.

COMPONI UNA TUA TRADUZIONE LETTERALE