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AGOSTINO/ 6. La città di Dio

La città di Dio fu scritta da Agostino dopo il saccheggio di Roma da parte dei Goti di Alarico, nel 410 d.C. e risponde all'esigenza di dare un significato a quei terribili eventi che sembrarono segnare la fine della civiltà romana e porre l'inizio di un'epoca di imbarbarimento.

Con La città di Dio Agostino tratta organicamente e per la prima volta un tema assai importante, il tema del significato della storia degli uomini. Per gli antichi, come si è visto, il tempo era una successione ciclica di eventi, per cui a momenti favorevoli dovevano seguire, per una legge di giustizia e compensazione, momenti sfavorevoli. Agostino ribadisce invece la linearità di un tempo che non torna indietro ma che tende a un fine, quello della realizzazione di una società terrena improntata allo spirito cristiano. L'impero romano stava sì dunque crollando, ma tale crollo non significava la fine della civiltà, stava solo ponendo le basi di una società più giusta e migliore di quella romana, la civiltà cristiana. La storia, dunque, tendeva comunque a un lento e inesorabile miglioramento, a un fine.

Agostino afferma che esistono due forze contrastanti che agiscono nella storia, una lotta tra due regni: la città terrena e la città celeste. La città terrena è la città di Satana, corrisponde alla materia, al corpo, alle passioni terrene, la citta celeste è invece la città di Dio, la comunità dei giusti, promotori del bene. Tali città non sono da considerarsi come entità concrete, esse sono condizioni dello spirito umano, per cui la città terrena interpreta i bisogni impuri del corpo, i suoi istinti peggiori, essendo gli uomini votati al peccato e alla caducità delle cose materiali, mentre la città celeste interpreta i bisogni dell'anima votata al bene ed è la condizione degli uomini che vivono nella Grazia divina. Tuttavia non vi sono periodi della storia umana che hanno visto la vittoria definitiva di uno o dell'altro regno, la storia umana è lotta perenne di queste due tendenze che continuamente si fronteggiano.

Entro questa visione, l'impero romano rappresenta solo un episodio del piano divino che tende alla realizzazione della società cristiana: la pax romana e la confluenza delle lingue dell'Europa nel latino, hanno permesso al cristianesimo di creare le condizioni necessarie alla diffusione del suo messaggio di pace.

La città di Dio ribadisce la superiorità delle istituzioni religiose su quelle civili, un cambio epocale e politico su cui si fonderà il Medioevo, percorso dal lungo conflitto tra potere temporale e potere spirituale. Secondo Agostino, alla società cristiana spetta dunque il compito di realizzare in terra la città celeste, il regno dei giusti, una delle tappe di avvicinamento alla Salvezza.