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AGOSTINO/ 3. Perché esiste il male?

4. Il peccato
3. Perchè esiste il male?
Un altro problema essenziale della teologia di Agostino è la giustificazione dell'esistenza del male. Infatti, posto che Dio sia il Bene, ci si chiede perché abbia permesso l'esistenza del Male. Se Dio è bontà assoluta, come ha potuto creare un mondo in cui vi è anche spazio per il male? Prima di tutto occorre porsi la domanda se il male esiste davvero: se non esistesse è comunque indubbio che il timore del male è esso stesso un male, anche se avere timore per qualcosa che non esiste sarebbe assurdo. Tuttavia esiste la possibilità, secondo Agostino, che il male sia nello stesso timore del male, qualora il male non esistesse ("Quindi o esiste un male, oggetto del nostro timore, o il male è il nostro stesso timore." Agostino, Le Confessioni). E' possibile che il male sia nell'imperfezione della materia, a motivo del fatto che la Creazione divina è imperfetta rispetto alla perfezione del Creatore, in questo caso la possibilità del male è insita nella stessa materia priva di perfezione, per cui il male è connaturato alla materia, e quindi all'uomo.
Ma Agostino non può che constatare il fatto che se Dio è onnipotente, sommo bene, positività, l'esistenza reale del male non potrebbe spiegarsi se non attribuendo a Dio stesso la volontà del male: in altre parole, Dio onnipotente, qualora permettesse che nell'animo umano albergasse il male come entità presente e sostanziale, sarebbe creatore del male stesso e responsabile comunque della sua mancata rimozione.
Tutto questo porta Agostino a constatare che il male, in sé, non esiste. Ciò che l'uomo percepisce come male è in realtà il frutto di un allontanamento dal bene, per cui il male è constatabile solo per via negativa, ovvero come assenza del bene. Dio ha creato il mondo perché fosse un bene, l'esistenza del male è un'impossibilità. 
Ma mentre l'uomo si allontana dal bene volontariamente (tema che sarà trattato più approfonditamente nel capitolo successivo), il male che viene dalle catastrofi naturali non porta con sé alcuna volontà di male: esse accadono in assenza di considerazioni etiche e possono venire capite solo se si allontana lo sguardo dalle sofferenze personali e si riconduce il tutto a una legge cosmica superiore.
4. Il peccato
Per chiarire la meccanica del peccato, ci viene in aiuto un passo contenuto ne Le Confessioni: il celebre furto delle pere, commesso da Agostino ancora ragazzo, allorquando, assieme ai suoi compagni di giochi, andò a rubare le pere dei vicini per il solo gusto di commettere una bravata.
Agostino nota come il furto sia stato commesso non per necessità, avendo nel suo proprio giardino frutta migliore che quella del vicino, ma per il semplice gusto di trasgredire la morale e provare l'ebrezza del peccato. Le pere, per la maggior parte, vennero date in pasto ai porci, solo in piccola parte gustata dai ragazzi, e nemmeno con troppa soddisfazione.
Questo episodio insegna che l'uomo si accinge a peccare per un impulso all'autoannientamento. Il peccatore non cerca principalmente l'oggetto del peccato, che è solo un mezzo per raggiungere il peccato in sé, ovvero ciò a cui veramente mira. Per Agostino il peccato è un'imitazione della potenza di Dio, un'imitazione impossibile, che si risolve in un tentativo maldestro di creare da sé nuove regole. Il peccato è una rivolta contro la potenza divina, ma, rivoltandosi, gli uomini non fanno altro che ribadire l'importanza e la potenza di colui a cui vogliono opporsi, ovvero, Dio.
Il peccato, come ogni forma di male, è allora un allontanamento dalla verità di Dio, la verità è già presente nelle nostre anime, ma per il fatto di essere fragili e insicuri, limitati, soggetti alla paura, gli uomini spesso si allontano dalla verità per sfida o per sentimento di autoannientamento: per Agostino questi tentativi umani di affrontare il buio dell'anima concedendosi ad esso per creare una sorta di abitudine e di assuefazione, sono destinati al fallimento. Il buio non si vince assuefandosi ad esso, il buio si vince avvicinandosi alla luce.


ref. Antologia Filosofica, Ubaldo Nicola - La filosofia medievale, Alessandro Ghisalberti
http://www.forma-mentis.net/Filosofia/Agostino.html