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Fare Mondi // Making Worlds PDF Stampa E-mail
Scritto da Cristina Crinò   
Giovedì 24 Dicembre 2009 08:01

Studiando l'arte si nota come ad ogni diverso periodo storico corrisponde una diversa espressività. Certamente ciascuno di noi conosce i grandi artisti del passato, come Leonardo, Caravaggio o Picasso, che hanno trasmesso ad osservatori di tutti i tempi le loro emozioni attraverso blocchi di marmo, fogli di carta o tela. Ma cosa sappiamo degli artisti di oggi? Come si esprimono gli artisti del XXI secolo?

Biennale 1
Biennale 1
Biennale 2
Biennale 2
Biennale 3
Biennale 3

Biennale 4
Biennale 4

Nessun evento in tutto il mondo ce ne dà un'idea più che la Biennale di Venezia. Le  sue origini risalgono al 1895 e fin da allora si propone come obiettivo la promozione di nuove tendenze artistiche per quanto riguarda la pittura, la scultura, l'architettura, il cinema, la danza, la musica e il teatro. Quest'anno la Biennale di Venezia è stata appena conclusa dalla 53° Esposizione Internazionale d'Arte con il titolo “Fare Mondi // Making Worlds”.  Il direttore dell'Esposizione  Daniel Birnbaum, rettore della Staedelschule di Francoforte, dichiara di aver scelto questo titolo poiché l'arte è una visione del mondo, e può essere vista come un modo di fare mondi. L'Esposizione Internazionale d'Arte riunisce più di novanta artisti di tutto il mondo, ognuno dei quali propone nuove opere. Il 6 giugno durante la cerimonia di inaugurazione della Biennale sono stati consegnati i Leoni d'Oro alla carriera a Yoko Ono e John Baldessari, uno dei più importanti artisti e docenti d'arte di oggi.

Alla Biennale di Venezia viene esposta un'arte molto originale. Può capitare di trovarsi in una stanza in cui un groviglio di fili colorati e cavi metallici sostengono pezzi di cartone, oppure in cui ci sono bastoni che sembrano fluttuare a pochi centimetri dalle pareti, o ancora in una sala dove tutto il pavimento è ricoperto da rotoli di carta, sfere metalliche e bobine di fili coloratissimi. Molte opere sono realizzate con i materiali più diversi in composizioni a volte piacevoli, a volte inquietanti, spesso difficili da interpretare.

A tal proposito esiste da anni una polemica contro la scelta della Biennale di proporre artisti ed opere troppo lontani dalla tradizione. Basti pensare al “Fucking Hell” che mostra nazisti ed ebrei in un campo di concentramento, squali con la svastica e personaggi crocifissi.

Infine anche il gusto per il macabro domina in molte opere: piscine in cui galleggiano cadaveri;  stanze sulle cui pareti ci sono animali morti, figure incappucciate che portano inquietanti fiaccole e piccole bare, mentre sul pavimento è posta una bara di legno scuro. Il corpo viene spogliato da qualsiasi significato poetico, etico e morale, tanto da perdere anche il suo valore estetico da sempre esaltato nell'arte. La morte dunque finisce per attuare una sorta di epurazione del corpo che, come cadavere, esprime in pieno tutta la sua essenzialità.

Cristina Crinò IVH

Ultimo aggiornamento Venerdì 29 Gennaio 2010 12:04
 
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