A inizio gennaio 2011 è uscito nei cinema italiani il secondo film di Checco Zalone intitolato “Che bella giornata”. Nel film, dopo un inizio poco incoraggiante Checco riesce a trovare un impiego a lui gradevole. Il famoso comico italiano, il cui vero nome è Luca Medici, veste i panni di un addetto alla sicurezza del Duomo di Milano, grazie a una raccomandazione dell’arcivescovo. Data la sua inesperienza e il suo errato approccio deve cambiare sempre postazione e così finisce a supervisionare la Madonnina in cima al Duomo. Qui incontra Farah, una ragazza araba, che si finge studentessa di architettura.

Dopo un primo dialogo con cui la giovane tenta di approcciarsi in modo confidenziale a Checco, ella riesce a giungere alla Madonnina dove progetta di farla esplodere con una bomba. Infatti Farah cerca con suo fratello Sofien e alcuni terroristi di compiere un attentato. Ma nel proseguito del film grazie alla sincerità e alla schiettezza di Checco, la donna desiste dal suo intento e alla fine ciò che viene distrutto è un vecchio trullo lombardo di proprietà di Checco, facendogli risparmiare il costo elevato della demolizione, voluta da Checco.
Questo film è allegro e si svolge in un’atmosfera spensierata e non è molto difficile da seguire. La trama si intreccia anche con problematiche attuali come il terrorismo. L’origine araba della donna non è un problema per Checco che in buona fede vuole conoscere la giovane. Alla fine del film, e anche della vicenda legata a Farah, Checco si accorge di aver vissuto un amore vero nonostante i differenti credi. I due sebbene non si siano legati effettivamente riconoscono l’importanza di essersi conosciuti: Checco matura e Farah placa i propri rancori verso gli italiani. Alla fine perciò si riconosce il carattere universale degli effetti dell’amore e per questo Checco canta alla fine “L’amore non ha religione…”, intendendo quindi il sentimento che lega persone, in questo caso di diversa fede, di qualunque tipo, origine e cultura. E l’amore è riuscita a cambiare l’animo di Farah. Perché non cambiare e accettare il diverso affinchè si possa maturare pienamente?