Rainer Wenger, insegnante, fa un corso per spiegare agli studenti l’autocrazia. Con ingenuità li coinvolge in un “esperimento dittatoriale”.
I ragazzi si conformano, indossano un’uniforme, creano un simbolo, lavorano insieme come gruppo, isolando e reprimendo chiunque si opponga.
Bel film, molto formativo. La cosa che più fa pensare è che è tratto da una storia vera.
Anche il mio racconto è ispirato ad una storia vera e ho pensato di farvela conoscere.
In una scuola un gruppo di ragazzi (incitati o meno, fate voi) decide che bisogna cambiare, a modo loro però.
Comunicano le loro decisioni agli altri alunni usando le giuste parole e facendo credere che sia giusto.
Passano i giorni e gli altri alunni, dopo aver riflettuto, decidono che è giusto fare ciò che hanno proposto quei ragazzi e dicono”SI’!”
Tutti vengono ascoltati! Chiunque può prendere il microfono e dire la sua!
Cioè, quasi tutti, insomma quelli che sono d’accordo!
Ovviamente chi dice “NO!” ha due possibilità: provare a parlare ed avere il microfono tolto di mano o essere fischiato ed insultato dalla folla inferocita!
Ma l’idea è così convincente!! Quei ragazzi sono così convincenti!
-“Noi cambieremo la storia! Dobbiamo rischiare tutto!”-
Sono queste le loro parole e la felicità si legge sulle facce della folla!
A qualcuno, tra la folla, tutto ciò ricorda tanto il politico di turno e la folla passiva che lo segue.
Ma a chi importa??
È deciso! Si fa la rivoluzione!
Peccato che poi si sfumerà in un triste festino di capodanno.
Ma questo non può essere importante perché, almeno, c’erano gli applausi.
“E’ così che muore la libertà, sotto scroscianti applausi.”
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