Vent'anni fa non ero ancora nato... oggi penso un'Europa così Stampa
Scritto da Erminia Rotolo   
Martedì 22 Dicembre 2009 17:35

9 Novembre 2009: ventesimo anniversario della caduta del muro di Berlino. A vent'anni dall'evento che ha risollevato un'Europa devastata dalle guerre, all'interno dell'Aula Magna si è svolto un incontro, per non dimenticare cosa è nato dall'abbattimento del  muro di Berlino.

Hanno partecipato  gli alunni di alcune classi dell’Istituto e sono intervenute alcune figure istituzionali della nostra provincia come il presidente Giovanni Avanti, il vicepresidente Pietro Alongi, l'assessore alla pubblica istruzione Alessandro Anello, insieme alla preside Anna Maria Catalano e al professore Giovan Battista Puglisi, esperto di  storia. Ha presieduto l'incontro il prof. Carmelo Botta, docente di storia e filosofia, che ha introdotto il tema e le cui parole sono state seguite dalle suggestive immagini che hanno riportato all'attenzione di chi “vent'anni fa non era ancora nato” i fatti, le persone, le cifre, i luoghi che portano i segni di uno dei “disastri dell'umanità”, come lo ha definito il vice presidente Alongi. Il Dirigente Scolastico, prof.ssa Catalano, in modo lapidario ed efficace riprende la questione e invita al ricordo e all'attualizzazione esortando tutti a riflettere sul significato dell'erezione e della caduta del muro così da permettere a noi giovani di poter dire alla luce dei fatti “oggi penso un'Europa cosi”.  Il messaggio è chiaro: la storia deve insegnare! Un muro che viene alzato provoca una regressione, uno che viene abbattuto ci unisce alla comunità e genera libertà. La grande piaga che affligge la nostra terra è proprio un muro incorporalis: non ha forma fisica, è invisibile, è il muro della mafia che ci separa dall'Europa. Molto spesso “i muri vengono alzati, non sempre abbattuti”. Sono queste le parole e il pensiero della prof.ssa Catalano. Ma cos'è successo vent'anni fa a Berlino? E come si giunse  all'erezione del muro? Prontamente il professore Puglisi ci offre un excursus del quadro storico. Con la fine della seconda guerra mondiale e l'inizio della guerra fredda la Germania nel 1949 fu divisa. La Germania dell'ovest visse un fortissimo boom economico, la Germania dell'est faceva molto più fatica. Essendo il limite ancora superabile, molti giovani fuggivano verso l'ovest in cerca di uno standard di vita più redditizio. Il  continuo dissanguamento per l'est stava diventando un serio pericolo e minava la questione economica. Così il 13 agosto del 1961 le unità armate della Germania dell'est costruirono un muro che avrebbe attraversato la città, diviso le famiglie, interrotto le strade. Chiunque avesse  cercato di attraversare la “striscia della  morte”, rischiava di essere ucciso dai soldati. Inizialmente non si pensava ad una riunificazione; in seguito con l'arrivo di Gorbaciov e il riaffacciarsi delle difficoltà economiche per la Germania dell'est cominciarono i tentativi di ri-unione. Il 1989 fece il suo ingresso tra rivolte e cambiamenti: i cittadini erano stanchi di una divisione infruttuosa e forzata. Di lì a poco il muro sarebbe sparito. Il professore aggiunge che la caduta simboleggiò la “speranza di un mondo senza guerre”. Gli  stessi ideali di libertà e unione devono accompagnare e fondare “un' Europa unita delle nazioni, non dei popoli” conclude il prof. Puglisi. L'assessore Anello afferma che la caduta del muro trova simbolicamente “giuridicità nell'uguaglianza generata dalla libertà e dalla democrazia” ed esorta noi giovani connazionali al confronto con i ragazzi dell'Europa. Il vice presidente Alongi si appella invece alla “coscienza incontaminata dei ragazzi” liberi nel formulare un giudizio sull'Europa di oggi e del domani: “La coscienza dei giovani è il seme dell'Europa del domani”. Il dottor Alongi conclude, quindi, esortando alla “cooperazione libera, integrata e multiculturale”. E proprio “l'integrazione europea” è il messaggio portato avanti dal presidente Avanti. I ragazzi devono avere la capacità di rendere attuali i valori di libertà e democrazia nell'accogliere il diverso, poiché “dal confronto e dalla partecipazione deriva la condivisione di idee, dalla condivisione un miglioramento della crescita del nostro paese”. Il monito, dunque, del presidente è quello di guardare al futuro partendo dalle risorse del nostro territorio e sentirci “attori principali nel film della nostra vita”.

Ultimo aggiornamento Lunedì 25 Gennaio 2010 19:46