Interpretazioni di una manifestazione Stampa
Scritto da Riccardo Cino   
Martedì 22 Dicembre 2009 10:38

Mi trovo molte volte in una situazione di disagio che spesso degenera in conflitti verbali molto accesi. Spesso mi informo tramite internet o volantini sulla prossimità di una manifestazione studentesca e approfondisco ulteriormente su quali basi si fonda e quali temi tocca ma, parlandone in classe, vengono sempre a formarsi tre gruppi distinti:  il primo è quello di coloro che approfittano di tale situazione per saltare un giorno di scuola standosene a casa pensando che sia la soluzione più conveniente e proficua;

il secondo sostiene che perdere un giorno di scuola comporti un cambiamento del suo percorso scolastico e quindi si rifiuta categoricamente di partecipare alla protesta; infine l’ultimo, formato da  persone che credono veramente nello sciopero e negli argomenti che esso propone si arma di buona volontà e coraggio scendendo per le strade della città a manifestare il suo dissenso. Per tale ragione al primo gruppo vorrei dire che stando a casa non fa altro che perdere del tempo che potrebbe utilizzare per far sentire la propria voce e sperare in una cambiamento anche minimo di una scuola che spesso non è adeguata alle esigenze degli studenti. Vorrei esortare, invece, coloro che non aderiscono quasi mai ad interessarsi ed informarsi di più sulla situazione difficile della scuola italiana: nel 2009 sono stati tolti 8 miliardi alla scuola pubblica a favore di scuole paritarie o private; i tagli sul personale sono chiari, 27000 docenti e 9000 ATA adesso si trovano in una disagevole e grave situazione di precariato. Noi alunni inoltre siamo costretti spesso a fare doppi turni, come stanno tuttora facendo gli studenti del liceo classico Vittorio Emanuele, per conquistarsi il diritto allo studio in una scuola che è spesso priva di strumenti adatti allo studio e povera di risorse. Il numero di studenti per classe è adesso aumentato riducendo la qualità e la sicurezza delle aule ed inoltre molti corsi sperimentali sono scomparsi riducendo la tipologia di offerta formativa nelle scuole secondarie di secondo grado. Sono convinto che la scarsa informazione sulle reali condizioni della Scuola Italiana è il più grande motivo per cui si investe poco e male nell’istruzione e nella formazione. La Scuola è un nostro diritto ed è importante intervenire prima che sia troppo tardi, non solo per impedire gli ulteriori tagli già previsti ma anche per recuperare ciò che è stato già tolto alla scuola italiana e al futuro di noi studenti.

Ultimo aggiornamento Venerdì 29 Gennaio 2010 11:59