Per continuare a ricordare Peppino Impastato Stampa
Scritto da Musso Giuseppe   
Venerdì 28 Maggio 2010 09:01

 

Ci sono date che sfuggono alla classificazione del tempo e vengono erette a memoria. Date che troppo spesso hanno il potere di rievocare immagini e di richiamare dolorose memorie. In Italia subiscono un feroce attacco il valore della lotta contro la mafia e la memoria di Peppino Impastato. Come le bombe che falciarono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Anche Peppino Impastato fu vittima in egual modo di una bomba. Venne assassinato la notte tra l’8 e il 9 maggio 1978 dalla mafia, la stessa che mal digeriva il coraggio e la rottura dei muri di omertà dietro cui nascondeva i loschi affari. Se il corpo fu straziato dalla carica di tritolo posta sui binari della ferrovia, il suo esempio di intransigenza contro la mafia venne soffocato dalla stampa, dalle forze dell'ordine e dalla magistratura che prima frettolosamente parlarono di atto terroristico, in cui l'attentatore sarebbe rimasto vittima e successivamente di suicidio, dopo la scoperta di una lettera scritta in realtà molti mesi prima. La concomitante scoperta del corpo senza vita del presidente della DC Aldo Moro in via Caetani a Roma fece il resto, riuscendo a far passare la mattina seguente quasi inosservata la notizia della sua morte. Era in corso a Cinisi, suo paese di nascita, la campagna elettorale per le elezioni comunali e Peppino era candidato nelle liste di Democrazia Proletaria. Pochi giorni dopo la sua morte, gli elettori di Cinisi ebbero un sussulto di dignità sociale e votarono il suo nome, riuscendo ad eleggerlo, simbolicamente, al Consiglio comunale. Oggi la sua memoria, l’esempio di coraggiosa lotta contro la mafia, contro tutte le mafie è nuovamente in pericolo. È di questi giorni la notizia che Cristiano Aldegani, nuovo sindaco leghista di Ponteranica, in provincia di Bergamo, ha fatto rimuovere la targa voluta un anno e mezzo prima dal suo predecessore per dedicare la biblioteca civica a Peppino Impastato. La decisione adottata è stata giustificata dal primo cittadino del paese lombardo dalla necessità di valorizzare personalità locali, come il sacerdote Giancarlo Baggi, al quale sarà presto ridedicata la biblioteca. Credo però che sia in atto un tentativo di rimozione collettiva dei valori della lotta alla mafia e per questo desidero che insieme ci impegniamo a rompere il silenzio che nuovamente si vuol far scendere sulla memoria di Peppino Impastato.
 
Musso Giuseppe IV H
Ultimo aggiornamento Sabato 05 Giugno 2010 10:07