Home Storia, Politica, Società Geni e non geni? Una distinzione inutile e dannosa!
Geni e non geni? Una distinzione inutile e dannosa! PDF Stampa E-mail
Scritto da Riccardo Guercio   
Martedì 03 Maggio 2011 08:02

Definizione di conoscenza.                                                                                                                                                           

La conoscenza, può essere sintetizzata, come l’insieme di quei saperi e di quelle competenze, in diversi ambiti (artistico, scientifico, socio-culturale, politico ecc.), che si acquisiscono grazie allo studio e all’analisi della realtà osservata da quei diversi punti di vista. Ma queste competenze, non sono altro se non risultati positivi ottenuti quando, postosi un problema, se ne è riuscita a trovare una soluzione efficace, mediante invenzioni e creazioni di tipo materiale, o anche di tipo puramente intellettuale.                  

                             
L’importanza dell’ambiente socio-culturale-politico.      

Spesso si ci chiede: <<Siamo tutti capaci di concepire grandi idee, e di risolvere problemi, apparentemente difficilissimi? >>. Personalmente credo che tutti siamo capaci, grazie alle più svariate potenzialità di ognuno, di trovare significative soluzioni ai più svariati di questi problemi, purché si creino le condizioni adatte, da un punto di vista sociale, culturale, ma anche politico, affinché queste capacità possano emergere e proliferare.

Per fortuna o per sfortuna, di problemi da risolvere non ne mancano mai, e già nel paleolitico, i nostri primitivi antenati, mettevano in campo doti, acquisivano conoscenze, che si trasformavano in competenze che usavano per risolvere difficoltà.

Non si può mettere in discussione il fatto che la creatività va sostenuta: occorre che ci sia un piano politico che riconosca l’importanza di mettere al primo posto l’istruzione, la scuola, le università, quali organizzazioni che favoriscono lo scambio e la proliferazione di idee. Il Parlamento Europeo e il Consiglio, resisi conto di questa necessità, hanno avanzato nel 2009 infatti, una “Proposta relativa all’anno europeo della creatività e dell’innovazione”, che mette queste organizzazioni, al centro della questione

La terrificante idea moderna comune. 

Purtroppo, l’idea che siano molti coloro che, sollecitati, possano diventare grandi scienziati, artisti, scrittori, filosofi, storici o anche statisti, non è molto comune, perché si tende a distinguere le grandi personalità, dalla gente normale. Si è portati quindi a considerare strano e trasgressivo, chi riesce (o è già riuscito in passato), a usare le proprie doti al servizio dell’umanità. Come dice lo scrittore A. Testa, bisogna restituire alla parola creatività, il significato originale, che la vede come capacità di risolvere un problema. Chi, al contrario sostiene un’obsoleta classificazione in individui geniali, ed individui comuni, è semplicemente influenzato da una situazione sociale, che vede errate politiche in campo scolastico, le quali rendono sempre più difficile l’acquisizione di quel bagaglio di saperi, necessario e fondamentale per acquisire le rispettive competenze. La recente riforma Gelmini, in Italia, ne è un esempio. I

Ma non è soltanto un problema di politica scolatica. Si pensi alle nuove mode, che mirano alla ricerca del puro divertimento e del piacere, e tendono a classificare lo studio, come una perdita di tempo. La crisi mondiale che stiamo affrontando, e soprattutto il suo aspetto economico, sono però un allarme che ci costringe a svegliarci dal torpore, e ci ricorda che ognuno di noi , e non solo chi è considerato “genio”, deve mettersi in campo.         

 
L’aiuto della storia.       

La necessità di un ambiente culturale e sociale che favorisca lo sviluppo di idee, ci perviene, sotto forma di insegnamento storico, dal Rinascimento. Basta pensare a Lorenzo de Medici, che già secoli fa, aveva capito (come lo avevano capito anche altri mecenati), l’importanza di favorire lo sviluppo delle arti e della creatività. Inoltre, ad esempio, come avrebbe potuto affermarsi la prospettiva e la tecnica della struttura autoportante della fabbricazione di una cupola, inventate entrambe da Filippo Brunelleschi, se i grandi mecenati fiorentini e le associazioni, quali in questo caso “L’arte dei Mercanti”, non gli e lo avessero permesso, commissionandogli opere artistiche? Stessa cosa vale per quasi tutti coloro che noi definiamo personalità speciali. Per questo, non si può affermare e credere che solo queste personalità, possano partorire creazioni che portino soluzioni nuove. Questo è falso, ma se si ci convince erroneamente di questa idea, si corre il rischio di farla diventare vera. Bisognerebbe quindi sensibilizzare le autorità politiche, e gli enti opportuni, perché capiscano l’importanza di mettere i giovani, in condizione di usare il proprio potenziale al 100 %, così che tante utili idee, non si disperdano, ma entrino a far parte del bagaglio culturale mondiale.

Ultimo aggiornamento Sabato 11 Febbraio 2012 09:19
 
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