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ARGOMENTO: Lettera del Presidente del Consiglio agli insegnan

Lettera del Presidente del Consiglio agli insegnan 8 Anni 11 Mesi fa #96

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Gentilissime e gentilissimi insegnanti,

oggi per la prima volta dopo undici trimestri il PIL italiano torna a
crescere. È un risultato di cui dovremmo essere felici, dopo anni di
recessione. Ma personalmente credo non basti questo dato: l'unica strada per
riportare l'Italia a crescere è investire sulla scuola, sulla cultura,
sull'educazione. Non ci basta una percentuale del PIL, ci serve restituire
prestigio e rispetto alla scuola.

Stiamo provando a farlo ma purtroppo le polemiche, le tensioni, gli scontri
verbali sembrano più forti del merito delle cose che proponiamo di cambiare.
Utilizzo questa email allora per arrivare a ciascuno di voi e rendere
ragione della nostra speranza: vogliamo restituire centralità all'educazione
e prestigio sociale all'educatore. Vogliamo che il posto dove studiano i
nostri figli sia quello trattato con più cura da chi governa. Vogliamo
smetterla con i tagli per investire più risorse sulla scuola. In una parola,
vogliamo cambiare rispetto a quanto avvenuto fino ad oggi. Dopo anni di
tagli si mettono più soldi sulla scuola pubblica italiana.

L'Italia non sarà mai una superpotenza demografica o militare. Ma è già una
potenza superculturale. Che può e deve fare sempre meglio. Per questo stiamo
lavorando sulla cultura, sulla Rai, sul sistema universitario e della
ricerca, sull'innovazione tecnologica. Ma la scuola è il punto di partenza
di tutto. Ecco perché crediamo nel disegno di legge che abbiamo presentato e
vogliamo discuterne il merito con ognuno di voi.

Intendiamoci. Non pensiamo di avere la verità in tasca e questa proposta non
è “prendere o lasciare”. Siamo pronti a confrontarci. La Buona Scuola non la
inventa il Governo: la buona scuola c'è già. Siete voi. O meglio: siete
molti tra voi, non tutti voi. Il nostro compito non è fare l'ennesima
riforma, ma metterci più soldi, spenderli meglio e garantire la qualità
educativa.

Per questo con il progetto La Buona Scuola:

I. Assumiamo oltre centomila precari. Ovviamente chi non
rientra nell'elenco si lamenta, quelli del TFA non condividono l'inclusione
degli idonei del 2012, quelli della GAE chiedono di capire i tempi, quelli
del PAS fanno sentire la propria voce. Tutto legittimo e comprensibile. Ma
dopo anni di precariato, questa è la più grande assunzione mai fatta da un
Governo della Repubblica. E non è vero che ce l'ha imposta la Corte di
Giustizia: basta leggere quella sentenza per capire che la Corte non ci ha
certo imposto questo.

II. Bandiamo un concorso per altri 60 mila posti il prossimo
anno. Messa la parola fine alle graduatorie a esaurimento si entra nella
scuola per concorso. Ma i concorsi vanno fatti, non solo promessi.
Altrimenti si riparte da capo.

III. Mettiamo circa quattro miliardi sull'edilizia scolastica.
Ancora non sono sufficienti a fare tutto, ma sono un bel passo in avanti,
grazie anche all'operazione Mutui BEI che vale circa 940 milioni di euro.
Costruire una Buona Scuola passa anche dai controsoffitti e dagli infissi,
non solo dalle previsioni normative. É il più grande investimento in
edilizia scolastica mai fatto da un Governo della Repubblica.

IV. Diamo più soldi agli insegnanti. Ci sono 40 milioni di euro per
la vostra formazione. A questi si devono aggiungere 500 euro netti a testa
per la Carta del Professore: musica, libri, teatro, corsi per pagare ciò che
ritenete utile per aiutarvi nella vostra crescita culturale. E ci sono 200
milioni di euro per il merito. Possiamo discutere sui criteri con cui
applicare il merito, ma questi soldi non possono essere dati in parti uguali
a tutti.

V. Attuiamo l'autonomia. Dopo anni di ritardi completiamo il
disegno dell'autonomia attribuendo libertà educativa e progettuale alle
singole scuole e impedendo alle circolari ministeriali di governare in modo
centralistico gli istituti. Si rafforzano responsabilità (e conseguenti
valutazioni) del dirigente scolastico che non è certo uno sceriffo ma un
primus inter pares dentro la comunità educativa.

VI. Realizziamo la vera alternanza scuola-lavoro. Abbiamo il 44% di
disoccupazione giovanile e un preoccupante tasso di dispersione scolastica.
Segno evidente che le cose non funzionano. Replichiamo le esperienze di quei
Paesi come Germania, Austria e Svizzera che già sono presenti sul territorio
nazionale in Alto Adige con il sistema duale, puntando a un maggior
coinvolgimento dei ragazzi nelle aziende e ad un rafforzamento delle loro
competenze.

VII. Educhiamo cittadini, non solo lavoratori. L�emergenza
disoccupazione giovanile va combattuta. Ma compito della Buona Scuola non è
solo formare lavoratori: è innanzitutto educare cittadini consapevoli. Per
questo reintroduciamo spazio per la musica, la storia, l�arte, lo sport. E
valorizziamo la formazione umanista e scientifica.

VIII. Affidiamo a deleghe legislative settori chiave. Ci sono temi su
cui da decenni si aspetta un provvedimento organico e che finalmente stanno
nelle deleghe previste dal testo. In particolar modo un maggiore
investimento sulla scuola 0-6 e gli asili nido, sulla semplificazione
normativa, sul diritto allo studio, sulla formazione iniziale e l�accesso al
ruolo degli insegnanti.

Ho letto tante email, appassionate, deluse, propositive, critiche. Mi hanno
aiutato a riflettere, vi sono grato. Leggerò le Vostre risposte se avrete
tempo e voglia di confrontarvi. Da subito posso fare chiarezza su alcune
voci false circolate in queste settimane:

- Le aziende non hanno alcun ruolo nei consigli di Istituto;

- I giorni di vacanza non si toccano:

- Nessuno può essere licenziato dopo tre anni;

- Il preside non può chiamare la sua amica/amico, ma sceglie tra
vincitori di concorso, in un ambito territoriale ristretto.



C'è un Paese, l'Italia, che sta ripartendo. Con tutti i nostri limiti
abbiamo l'occasione di costruire un futuro di opportunità per i nostri
figli. Sciuparla sarebbe un errore. Conosco per esperienza di padre, di
marito, di studente l'orgoglio che vi anima, la tenacia che vi sorregge, la
professionalità che vi caratterizza. Mentre scrivo sul computer scorrono
nella mente i volti e i nomi dei professori che mi hanno accompagnato come
credo accada spesso a ciascuno di voi: le storie di chi all'elementare
Rodari, alla media Papini, al Liceo Dante si è preso cura della formazione
mia e dei miei compagni di classe. Un professore collabora alla creazione
della libertà di una persona: è veramente una grande responsabilità. Vi
chiedo di fare ancora di più: darci una mano a restituire speranza al nostro
Paese, discutendo nel merito del futuro della nostra scuola. Il nostro
progetto non è “prendere o lasciare” e siamo pronti a discutere. Ma
facciamolo nel merito, senza la paura di cambiare. L'Italia è più forte
anche delle nostre paure.



Aspetto le Vostre considerazioni.

Intanto, buon lavoro in queste settimane conclusive dell'anno scolastico.

Molto cordialmente,



Matteo Renzi

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Lettera del Presidente del Consiglio agli insegnan 8 Anni 10 Mesi fa #100

posto una replica, già andata su blog e facebook, alla lezione alla lavagna di maestro Renzi
Luoghi comuni? Una carrettata! Uno per tutti la scuola come strumento per competere sul mercato globale, addirittura con ambizioni imperialiste (diventare una superpotenza attraverso il plus di sapere)
Retorica? Da temino vecchio stampo: il cuore della maestra che vince sulle difficoltose condizioni delle strutture con la generosità e l'ingegno italico
Contenuti espliciti?Questi ci sono, e vanno cancellati per ritrovarne altri: la scuola del capitale ( non del lavoro) cioè la scuola del tirocinio, dello stage, del precariato e dei senza diritti. È onesto che la metta al primo punto, dopo il temino introduttivo, perché così sappiamo la priorità ideologica.
Nel merito?
Più latino, più lingue, più scienze... Ma come con meno ore di lezione? O forse con meno ore dei professionali di stato e di laboratori nell'istruzione artistica? Vago comunque e impreciso. E prosegue con "più soldi agli insegnanti", che suona come una provocazione visto il contratto bloccato, gli scatti surgelati e la progressione stipendiale rinviata ad un rodeo dove solo i migliori avranno una mancia miserabile. Mancia? Renzi parla alla pancia e ci regala 500 euro da spendere in formazione e intrattenimento colto (forse potremo comprare anche barrette dietetiche senza grassi aggiunti), a tutti, ossia meno di 42 euro al mese (chissà se sono cumulabili con la social card). E poi 200 milioni ai meritevoli, giudicati dai nuclei di valutazione ( non commento ma ritornerò in palestra a settembre...). A questo punto meglio sarebbe il modello liberista puro, e decide il mercato con le iscrizioni ai corsi del docente, o quello statale da socialismo reale, con un esame, una ispezione e la supervisione ai corsi ... ma è una provocazione, o meglio una sfida a tutor, mentor, gastroprotettori, facilitatori, vibratori, facilitatori scolastici e similia. Oltre al danno la beffa: per valutare i presidi sindaci valutatori assumeranno nuovi ispettori (ossia "fannulloni" autentici, visto che quel che fanno nelle scuole in cui lavoro da più di 30 anni è semplicemente niente, per lo più provenienti dal profilo che dovrebbero valutare, cioè ex presidi). Su autonomia e continuità didattica fa rimpiangere Wanna Marchi, ma dire che non ha idea di che cosa stia parlando è sbagliato: è lo strumento consapevole per il colpo di grazia alla scuola pubblica.
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Lettera del Presidente del Consiglio agli insegnan 8 Anni 10 Mesi fa #101

Getto giù alcuni stralci dal DDL scuola... evidenziano che il dirigente assume i docenti, gestisce il piano, dona i bonus, seleziona un 10% di collaboratori/vassalli che gli faranno da staff... non è un sindaco, e nemmeno uno sceriffo: è un padre padrone che indurrà al silenzio ogni voce fuori dal coro!
"4. Il piano è elaborato dal collegio dei docenti sulla base degli indirizzi per le attività della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal dirigente scolastico. Il piano è approvato dal consiglio di circolo o d’istituto."
8. Il dirigente scolastico individua all’interno del registro di cui al comma 9 le im-prese e gli enti pubblici e privati disponibili all’attivazione dei percorsi di cui al presente articolo e stipula apposite convenzioni anche finalizzate a favorire l’orientamento scola-stico e universitario dello studente. Analo-ghe convenzioni possono essere stipulate con musei, istituti e luoghi della cultura e delle arti performative, nonché con gli uffici centrali e periferici del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Il dirigente scolastico, al termine di ogni anno scolastico, redige una scheda di valutazione sulle strutture con le quali sono state stipulate
convenzioni, evidenziando la specificità del loro potenziale formativo e le eventuali difficoltà incontrate nella collaborazione.
2. Per la copertura dei posti dell’istituzione scolastica, il dirigente scolastico pro-pone gli incarichi ai docenti di ruolo asse-gnati all’ambito territoriale di riferimento, anche tenendo conto delle candidature pre-sentate dai docenti medesimi. Il dirigente scolastico può utilizzare i docenti in classi di concorso diverse da quelle per le quali sono abilitati, purché posseggano titoli di studio validi per l’insegnamento della disci-plina e percorsi formativi e competenze professionali coerenti con gli insegnamenti da impartire.
3. Il dirigente scolastico formula la proposta di incarico in coerenza con il piano del-l’offerta formativa di cui all’articolo
2. L’in-carico ha durata triennale, rinnovabile in coerenza con il piano dell’offerta formativa. Sono valorizzati il curriculum, le esperienze e le competenze professionali e possono es-sere svolti colloqui. La trasparenza e la pub-blicità dei criteri adottati, degli incarichi conferiti e dei curricula dei docenti sono as-sicurate attraverso la pubblicazione nel sito internet dell’istituzione scolastica.
6. Il dirigente scolastico può individuare nell’ambito dell’organico dell’autonomia fino al 10 per cento di docenti che lo coa-diuvano in attività di supporto organizzativo e didattico dell’istituzione scolastica. Dal-l’attuazione delle disposizioni del presente comma non devono derivare nuovi o mag-giori oneri a carico della finanza pubblica.
2. Il dirigente scolastico, sulla base dei criteri individuati dal comitato per la valuta-zione dei docenti, istituito ai sensi dell’arti-colo 11 del testo unico di cui al decreto le-gislativo 16 aprile 1994, n. 297, come sosti-tuito dal presente articolo, assegna annual-mente al personale docente una somma del fondo di cui al comma 1 sulla base di mo-tivata valutazione.
3. La somma di cui al comma 2, definita bonus, è destinata a valorizzare il merito del personale docente di ruolo
Ultima modifica: 8 Anni 10 Mesi fa da micheleambrogio.
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