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L'AVVENTURA DI UN CREAZIONE:
Frère Roger di Taizé (12 maggio 1915 - 16 agosto 2005)

 

Tutto è iniziato in gran solitudine. Nel 1940, a 25 anni, frère Roger lasciava la sua nativa Svizzera per andare a vivere in Francia, il paese di sua madre. Da molti anni portava in sé la chiamata a creare una comunità dove si concretizzasse tutti i giorni una riconciliazione tra i cristiani, “dove la bontà del cuore fosse vissuta molto concretamente, e dove l’amore fosse al cuore di tutto”. Desiderava inserire questa creazione nelle miserie del momento, e fù così che in piena guerra mondiale si stabilì nel piccolo villaggio di Taizé, in Borgogna, a qualche chilometro dalla linea di demarcazione che divideva in due la Francia. Nascondeva allora dei rifugiati (specialmente ebrei), i quali sapevano che, fuggendo dalla zona occupata, potevano trovare rifugio nella sua casa.
Più tardi dei fratelli lo raggiunsero, ed il giorno di Pasqua del 1949 i primi fratelli si impegnarono per tutta la vita nel celibato, nella vita comune e in una grande semplicità di vita.
Nel silenzio di un lungo ritiro, nel corso dell’inverno del 1952-1953, il fondatore della comunità scrisse la Regola di Taizé, che esprimeva per i suoi fratelli “l’essenziale che permette la vita comune”.
A partire dagli anni cinquanta, alcuni fratelli andarono a vivere in luoghi disagiati per essere accanto a quelli che soffrivano.
Dalla fine degli anni cinquanta, il numero di giovani che si recavano a Taizé cresce sensibilmente. A partire dal 1962, dei fratelli e dei giovani, inviati da Taizé, non smettono di andare e venire dai paesi dell’Europa dell’Est, con la più grande discrezione, per non compromettere quelli che li sostenevano.
Tra il 1962 e il 1989, lo stesso frère Roger ha visitato la maggior parte dei paesi dell’Europa dell’Est, a volte per degli incontri di giovani, autorizzati ma molto sorvegliati, a volte per delle semplici visite, senza aver la possibilità di parlare in pubblico (“Sarò in silenzio con voi”, diceva ai cristiani di questi paesi).
Nel 1966 delle sorelle di Sant’Andrea, una comunità cattolica internazionale fondata da più di 7 secoli, vennero ad abitare nel villaggio vicino e cominciarono ad assumere una parte dei compiti dell’accoglienza. Più recentemente alcune sorelle orsoline polacche sono venute a portare il loro aiuto.
La Comunità di Taizé riunisce oggi un centinaio di fratelli, cattolici e di diverse origini evangeliche, da più di 25 nazioni. A partire dalla sua stessa esistenza, la Comunità è un segno concreto di riconciliazione tra i cristiani divisi e tra i popoli separati.
In uno dei suoi ultimi libri, intitolato “Dio non può che amare” (Elledici), frère Roger descriveva così il suo percorso ecumenico:
“Posso qui ricordare che mia nonna materna ha con intuito scoperto come una chiave della vocazione ecumenica, e che mi ha aperto una via verso la concretizzazione? Segnato dalla testimonianza della sua vita, e ancora molto giovane, seguendola ho trovato la mia propria identità di cristiano riconciliando in me stesso la fede delle mie origini con il mistero della fede cattolica, senza rottura di comunione con nessuno”
I fratelli non accettano alcun dono né alcun regalo. Non accettano per loro stessi le loro eredità personali, ma ne fanno dono ai più poveri. È con il loro lavoro che la comunità si guadagna di che vivere e che condivide con gli altri.
Alcune piccole fraternità si trovano oggi inserite nei quartieri più poveri in Asia, in Africa, in Sud America. I fratelli tentano di condividere le condizioni di vita di quelli che li circondano, si sforzano di essere una presenza d’amore presso i più poveri, i bambini di strada, i prigionieri, i moribondi, quelli che sono feriti in profondità dalla rottura degli affetti e dagli abbandoni umani.


Ogni settimana da inizio primavera a tardo autunno, giovani dai diversi continenti arrivano sulla collina di Taizé. Cercano il significato delle loro vite, in comunione con molti altri. Andando alle sorgenti della fiducia in Dio, sono invitati a un pellegrinaggio interiore che li incoraggia a costruire rapporti di fiducia fra gli esseri umani. Alcune settimane nei mesi estivi, più di 5000 giovani da 75 paesi differenti partecipano così ad un’avventura comune. E questa avventura continua quando ritornano a casa. Essa è espressa nel loro tentativo di approfondire una vita interiore e dalla loro prontezza ad assumersi la responsabilità di rendere il mondo un posto migliore in cui vivere.
Vengono a Taizé anche i leaders delle chiese. La Comunità ha accolto il Papa Giovanni Paolo II, tre Arcivescovi di Canterbury, metropoliti ortodossi, i quattordici Vescovi luterani della Svezia e numerosi pastori da tutto il mondo.
Per sostenere i giovani la Comunità anima "un pellegrinaggio di fiducia su terra". Ciò non significa l’organizzazione di un movimento attorno alla Comunità. Ogni persona è invitata, dopo il suo soggiorno a Taizé, a vivere nella propria realtà quello che ha scoperto, con una più grande consapevolezza della propria vita interiore così come dei legami con molti altri che sono coinvolti in una simile ricerca di ciò che realmente importa. Alla fine di ogni anno, Taizé anima un grande incontro in una delle principali città dell’Europa, dell’est o dell’ovest. Partecipano decina di migliaia di giovani, da tutta Europa e da altri continenti. Questi incontri sono tappe del "pellegrinaggio di fiducia sulla terra".
In occasione di questi incontri europei, frère Roger scriveva ogni anno una “lettera”. Queste lettere sono state tradotte in oltre cinquanta lingue e usate come testo per la riflessione da molti giovani, sia a casa che nel corso degli incontri a Taizé. Frère Roger ha scritto spesso queste lettere durante i lunghi soggiorni nei luoghi di povertà (a Calcutta, nel Cile, ad Haiti, in Etiopia, nelle Filippine, in Sudafrica).
Oggi, nel mondo intero, il nome di Taizé evoca la pace, la riconciliazione, la comunione e l’ardente attesa di una primavera della chiesa: "quando la chiesa ascolta, guarisce, riconcilia, allora si trasforma in ciò che è nel suo aspetto più luminoso: riflesso limpido di un amore." (Frère Roger)

Frère Roger: riconoscimenti e pubblicazioni

Frère Roger haricevuto i seguenti premi
09 04 1974: The Templeton Prize, London (Il Premio Templeton, Londra) 
13 10 1974: Peace Prize of the German Book Trade, Frankfurt (Il Premio della Pace dei Librai Tedeschi, Francoforte) 
21 09 1988: UNESCO Prize for Peace Education, Paris (Il Premio UNESCO per l’Educazione alla Pace, Parigi) 
04 05 1989: Charlemagne Prize, Aix-la-Chapelle (Il Premio Carlomagno, Aix-la-Chapelle) 20 11 1992: Robert Schuman Prize, Strasbourg (Il Premio Robert Schuman, Strasburgo) 24 04 1997: Notre Dame Award for International Humanitarian Service, Notre Dame University, Indiana, USA (Il Premio per il servizio umanitario internazionale, Università di Notre Dame, Ind, USA) 
22 10 2003: Dignitas Humana Award, Saint John’s School of Theolgy*Seminary, Collegeville, Minnesota, USA (Il Premio per la Difesa della Dignità Umana, Università Saint John, Collegeville, Minnesota, USA)

I libri di frère Roger
(Titoli francesi e quelli corrispondenti all’edizione italiana)
1958, Vivre l’Aujourd’hui de Dieu / L’oggi di Dio 
1965, Dynamique du provisoire / Dinamica del provvisorio 
1968, Violence des pacifiques / Violenza dei pacifici 
1971, Ta fête soit sans fin / La tua festa non abbia fine 
1973, Lutte et contemplation / Lotta e contemplazione 
1976, Vivre l’inespéré / Vivere l’insperato 
1979, Etonnement d’un amour / Stupore di un amore 
1980, Les Sources de Taizé / Le fonti di Taizé
1982, Fleurissent tes déserts / I tuoi deserti fioriranno 
1985, Passion d’une attente / Passione di una attesa 
1988, Son amour est un feu / Il suo amore è un fuoco 
1995, En tout la paix du cœur / In te la pace del cuore 
2001, Dieu ne peut qu’aimer / Dio non può che amare 
2005, Pressens-tu un bonheur ?

Libri scritti con Madre Teresa
1989, Marie, Mère des Réconciliations / Maria, Madre delle riconciliazioni 
1992, La prière, fraîcheur d’une source / La preghiera, freschezza di una sorgente


Ecumenismo

Il termine ecumenismo - in ambito cristiano -  indica il movimento che tende a riavvicinare e a riunire tutti i fedeli cristiani e quelli delle diverse Chiese. Il punto di partenza è la comune fede nella Trinità: in Dio Padre, in Gesù Cristo Figlio e in Dio Spirito Santo. La parola deriva dal termine grecooikouméne, che indica in origine la parte abitata della Terra; la scelta indica come una sorta di indirizzo nella ricerca di una sempre più stretta collaborazione e comunione tra le varie chiese cristiane che abitano il mondo.

L'ecumenismo come movimento tendente a ristabilire l'unità piena e visibile dei cristiani, attraverso il dialogo e l'impegno comune tra le varie confessioni, nasce in ambito protestante a partire dagli inizi del XX secolo. L'inizio del movimento ecumenico viene infatti identificato con la convocazione della Conferenza Missionaria Mondiale di Edimburgo, nel 1910, i cui partecipanti sottolineano lo stretto legame esistente tra l’unità dei cristiani e l’impegno di evangelizzazione.Nel 1937 viene costituito il Consiglio Ecumenico delle Chiese, a cui partecipano, all'inizio, quasi tutte le chiese e confessioni protestanti eortodosse. L'atteggiamento dei cattolici nei confronti del movimento ecumenico, inizialmente negativo, inizia a cambiare con papa Pio XII e subisce una decisiva svolta con papa Giovanni XXIII, che indice nel 1959 il Concilio Vaticano II e, nel 1960, istituisce il Segretariato per l'Unità dei Cristiani.http://it.wikipedia.org/wiki/Ecumenismo.

 


Comunità di Taizé

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

 
 

Coordinate46°30′49″N4°40′37″E /46.513614.67694

Interno della Chiesa della Riconciliazione durante la preghiera

La Comunità di Taizé è una comunità cristianamonastica ecumenica ed internazionale fondata nel 1940 da Roger Schutz, meglio conosciuto come frère Roger (fratello Roger). Ha la sua sede nel piccolo centro di Taizé, in Francia.

Indice

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La nascita[modifica]

Per approfondire, vedi la voce Roger Schutz.

Frère Roger amava ricordare come le suppliche di una anziana abitante di Taizé, che gli chiedeva nel 1940 di fermarsi sulla collina, lo convinsero a stabilirsi nel piccolo centro per condividere con i pochi abitanti la sventura della guerra. Roger Schutz cercava casa nei pressi di Cluny, storicamente sede di una importante esperienza monastica e in prossimità della linea di demarcazione che divideva in due la Francia. Taizé andava bene. Nella casa di Taizé accolse e aiutò i profughi della guerra, soprattutto ebrei. Denunciato alla Gestapo nel 1942 mentre si trovava in Svizzera, dovette fermarsi a Ginevra per ritornare nella collina solo nel 1944, ma già con alcuni compagni.

Il suo progetto era fondare una comunità ecumenica, aprire delle strade che portassero alla guarigione delle lacerazioni che dividono i cristiani. Le sue idee furono subito condivise dai due giovani svizzeri, Max Thurian e Pierre Souverain. Max studiava teologia e Pierre agronomia. Ben presto si aggiunse al terzetto Daniel de Montmollin. Fu nel 1949 che i primi 7 frères si impegnarono a vita nella comunità attraverso i voti monastici.

A Taizé avevano bisogno di una chiesa dove officiare. La chiesetta romanica, cattolica, di Taizé faceva proprio al caso loro. Era inattiva dallarivoluzione francese. L'autorizzazione pontificia non era scontata in quanto il gruppo era di fede protestante, ma fu ottenuta attraverso il nunzio apostolico a ParigiAngelo Giuseppe Roncalli, che, interpellato dalla Santa Sede si pronunciò favorevolmente.

Nel 1951 i fratelli erano già dodici ed arrivarono a trenta nel 1959. L'unificazione delle chiese cristiane era per loro un obiettivo che la chiesa di Roma doveva porsi. Chiesero ed ottennero di proporre al nuovo papa Giovanni XXIII di presentare un loro pensiero al concilio che era in preparazione. Ma con frère Max, frére Roger incontrò anche esponenti della chiesa anglicana e quindi della chiesa ortodossa. La loro azione non fu sempre capita. Un giorno però arrivò alla comunità una lettera del Vaticano. Era indirizzata a frére Roger e al pastoreMax Thurian, invitati a Roma alConcilio Vaticano II come osservatori.

L'attenzione al mondo[]

Frère Roger e la comunità durante la preghiera con i giovani

Ma fin dal 1957 la comunità monastica che si andava costruendo fece anche dell'accoglienza e dell'ascolto ai giovani un suo tratto distintivo. Questo si aggiunse alla tensione verso l'unità dei cristiani, alla ricerca di una profonda spiritualità che si richiamasse ai modelli antichi del monachesimo occidentale, all'assoluta semplicità delle proprie condizioni di vita[1], all'impegno umanitario in svariate realtà del Terzo Mondo.

Per questo divenne un punto di riferimento nel panorama religioso europeo, specie tra i giovani. Alla fine degli anni '60 e soprattutto dopo la fase di contestazione del famoso 1968 francese, sempre più numerosi i giovani arrivarono a Taizé per cercare una nuova fede e nuove motivazioni.

La grande avventura[

Il Sessantotto aveva messo in discussione il mondo degli adulti senza risparmiare le stesse chiesecristiane. La comunità di frère Roger e frère Max non perse l'occasione e lanciò la proposta di un Concilio dei giovani. L'annuncio ufficiale avvenne durante le celebrazioni della Pasqua del 1970. Malgrado il freddo e la mancanza di alloggi, erano presenti 2500 giovani.

Gli eventi successivi avrebbero superato ogni previsione. Le parole di frére Roger e l'espressione "concilio dei giovani" avevano fatto nascere una speranza. La parola concilio faceva pensare a un evento di chiesa. Molti giovani vi trovavano una possibilità di impegno nella fede.

Da quell'anno si sarebbero moltiplicate le presenze e la Pasqua sarebbe stata sempre il momento culminante degli appuntamenti a Taizé.

Nei 4 anni programmati per la preparazione del concilio fu clamorosa la partecipazione. La disordinata gioventù degli anni '70, una vera marea umana che si riversò sulla collina in quegli anni, non spaventò frère Roger e la sua comunità. La collina di Taizé fu attrezzata con tende e coperte per accogliere tutti.

Soprattutto nei periodi pasquali del '71'72'73 e '74 i giovani giusero a decine di migliaia contemporaneamente sulla collina. Oltre 20.000 durante la Settimana Santa nonostante le avverse condizioni meteo che moltiplicavano il disagio per la precarietà degli alloggi e dei servizi. Diverse migliaia ogni settimana dell'anno fino a 40.000 contemporaneamente presenti nell'agosto1974, data di inizio del Concilio dei giovani.

La chiesa della Riconciliazione costruita nel 1962 venne ampliata nelle occasioni di maggiore affluenza aggiungendo più tendoni da circo, unico modo per ospitare tutti. Fu in quel periodo che si affermò la forza di Taizé. Nonostante la riluttanza della comunità dei frères, che non amava stare sotto i riflettori e nemmeno essere disturbata durante la preghiera, la collina fu raggiunta da varie équipetelevisive che portarono alla ribalta mondiale quanto vi stava avvenendo. Non solo il numero dei giovani presenti, ma anche le motivazioni che li spingevano a Taizé erano importanti. Si trattava di giovani cristiani in buona parte politicizzati.

Alla domanda: "Il concilio dei giovani si impegnerà a sua volta in questa direzione?", la risposta di frére Roger fu:

  « Fin dall'inizio si trovava già indicata una presa di posizione per l'uomo. »
   
  « Dare la propria vita perché l'uomo non sia più vittima dell'uomo. »
   
  « Così sembra impensabile che il concilio dei giovani non assuma una scelta nel campo della vita politica. Se non lo facesse noi non forzeremmo le cose, noi a Taizé, ma chiederemmo il perché di questo rifiuto. Senza impegno per la giustizia, il concilio dei giovani mancherebbe alla sua missione. »
   

Molti furono i giornalisti e gli scrittori che tentarono di spiegare la originalità e contemporaneamente la speranza che Taizé esprimeva:

  « Taizé è una novità severa per tanti cristiani che avevano dimenticato la festa della Pasqua: la gioia della solidarieta umana e il compromesso taciuto di coloro che non cercano applausi facili e ingannevoli. »
 
  « I giovani che affluiscono da ogni parte a Taizé si propongono di trasformare il mondo, ma ciò che frère Roger offre loro a Taizé è una vita di comunione basata fondamentalmente sulla preghiera. »
 
(A. Savard, 15 agosto1974)
  « Taize è una delle più grandi avventure del nostro tempo. »
 
  « Per spiegare quello che avviene a Taizé bisognerebbe essere santo o pittore o bambino. »
   

E ancora:

  « Riconciliazione è una delle idee chiave dello spirito di Taizé. »
 
(R. Solè)
  « Si sbaglierebbe completamente chi pensasse che a Taizé tutto inizia e finisce in cameratismo interconfessionale o in cordiali finzioni della propria fede, per fare bella figura davanti al prossimo e avanzare verso l'unità attraverso il silenzio opportunista o con delle manate sulle spalle. »
 
(A. Manero)
  « La modernità di Taizé non consiste nella forma di vita dei monaci, che si differenzia appena da una comunità di trappisti o di certosini, ma nel vivere il monachesimo in piena comunione con il mondo e i suoi problemi:non sono del mondo ma stanno nel mondo assumendone angosce e problemi. »
 
(C. Vaca)
  « Che cosè Taizé? Oltre tutte le altre cose Taizé è una intuizione del domani della fede, del domani della chiesa. Da qui il suo essere nell'oggi. »
 
(C. Castro Cubel)
  « Taizé attira i giovani e ispira loro fiducia nella misura in cui non cade nella tentazione di adottare i loro stessi criteri di giudizio »
 
(P. Emmanuel)
  « Quale pastore o quale parroco avrebbero ottenuto mezz'ora di silenzio totale da parte di 40.000 giovani riuniti? »
 

La liturgia, i canti e le preghiere che radunano i giovani attorno ai monaci tre volte al giorno non esauriscono la giornata sulla collina che si arricchisce di molteplici occasioni di incontro in un clima di festa, di momenti di studio di testi biblici e di dibattito e discussione su vari temi sviluppati nella ricchezza delle diverse lingue, esperienze e culture presenti.

Questi sono alcuni dei temi che i giovani affrontavano negli anni '70:

  • Rinunciare ai privilegi
  • Friendship and love
  • Animare il quartiere, il condominio, il paese
  • Vida profesional
  • How to believe
  • Comment vivre au milieu des differentes options sociales la communion d'églises
  • Familia y educación
  • Ne rende personne victime de toi-même
  • Compromiso en un partido politico
  • Come continuare dopo Taizé?
  • Si la fête disparaissait parmi les hommes?
  • Socializzazione
  • Studiare perché, per chi
  • Glücklich die Armen
  • Conflictos y reconciliación
  • Lotta e contemplazione per diventare uomini di comunione.

Dal 1970 in poi giovani di ogni provenienza si lanciarono nell'avventura. Gli osservatori considerano impossibile descrivere tutte le conseguenze nascoste di questa mobilitazione di tanti giovani sparsi sulla faccia della terra. Tutti i giovani tornando descrivono in modo positivo l'esperienza sulla collina mentre molti tra loro passano a più impegnantive scelte.

Un aneddoto che sottolina l'ampiezza degli effetti di Taizé: Patrick, giovane medico francese, scelse di fare un servizio come volontario in Colombiaper curare i bambini. Tornato in Europa raccontò quanto gli successe in America Latina:

  « Un giorno sono andato a visitare un monastero completamente isolato nella foresta, a molte ore di cammino. Ho ricevuto un'accoglienza calorosa. Ho raccontato a un monaco colombiano il perché della mia scelta di medico in favore dei più poveri: la causa è stata una comunità in Francia; da anni la frequentavo e questo mi ha condotto a fare un passo in più nella mia vita; senza Taizé oggi non sarei qui a parlarvi così. Il monaco colombiano mi ha risposto sorridendo: neppure io se non fossi passato per Taizé mi troverei qui. »
   

Una festa senza fine[modifica]

L'esperienza di Taizé dopo la tragica morte di Frère Roger è destinata a proseguire attraverso i numerosi frères guidati da Frère Alois. Ma all'inizio del terzo millennio sono già centinaia di migliaia, forse milioni, i cittadini di tutto il mondo che dopo essere passati sulla collina, senza dichiararlo, vivono e stanno operando con lo spirito di Taizé. Si va facendo strada la convinzione che molti abbiano imparato attraverso l'esperienza di Taizé a sostenere il percorso di unificazione dell'Europa. Già nel 1989frère Roger ricevette il premio Charlemagne. Il 20 novembre1992, poi, ricevette il premio Robert Schuman.

La Comunità di Taizé costituisce oggi anche un luogo di incontro e di ascolto reciproco tra esponenti delle diverse confessioni cristiane. Nel 1986Taizé è stata visitata anche da papa Giovanni Paolo II che rivolgendosi ai giovani esordì con queste battute:

  « Come voi pellegrini e amici della comunità il Papa è di passaggio. Ma si passa a Taizé come si passa accanto a una fonte. Il viaggiatore si ferma, si disseta e continua il cammino. »
   

Non era la prima volta che Karol Wojtyła raggiungeva Taizé. Vi soggiornò infatti in altre due occasioni negli anni '60.

La collina di Taizé è frequentata anche da uomini di scienza ed intellettuali. Tra loro Paul Ricoeur, deceduto a 92 anni il 20 maggio2005, grande filosofo che per decenni passò in modo discreto a Taizé:

  « Quello che cerco a Taizé? Direi una sorta di sperimentazione con quello in cui io credo più profondamente: sapere che quello che chiamiamo generalmente religione ha a che fare con la bontà. Le tradizioni cristiane lo hanno un po' dimenticato (...).Ho bisogno di verificare la mia convinzione che, per quanto radicato sia il male, non è così profondo come la bontà. E se la religione, se le religioni hanno un senso, è quello di liberare la bontà di fondo che c'è nell'uomo, di andarla a cercare la dove è nascosta. Ora, qui a Taizé, io vedo una sorta di irruzione di bontà, (...) vedo migliaia di giovani che non esprimono ragionamenti e elaborazioni concettuali del bene, del male, di Dio, della grazia, di Gesù Cristo, ma che hanno una concretezza fondamentale verso la bontà. »
   

Frère Roger è stato priore della comunità fino alla sua morte, avvenuta il 16 agosto2005 quando fu assassinato da una squilibrata durante la preghiera serale. Circa 12.000 persone hanno partecipato ai funerali del fondatore, celebrati il 23 agosto dello stesso anno dal cardinaleWalter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l'Unità dei Cristiani nella chiesa della Riconciliazione a Taizé.

Frére Roger fu sepolto nel vecchio, piccolo, cimitero della chiesaromanica di Taizé dove già riposavano alcuni fréres, tra i quali frère Robert e frèreMax. Quest'ultimo ebbe un impegno particolare nella attività di teologo e come operatore della riconciliazione. Verso la fine della sua vita divenne cattolico e fu ordinatopresbitero nell'arcidiocesi di Napoli. Un fatto che sottolinea gli sforzi anche umani oltre che intellettuali che Max e Roger affrontarono nel loro percorso di ricerca e di costruzione dell'unità dei cristiani. Frère Max, anche se lavorava molto fuori da Taizé negli ultimi anni della sua vita, vi ritornava sempre e voleva esplicitamente farsi seppellire a Taizé. Questo è successo.

Nuovo priore della comunità dei monaci di Taizé è frèreAlois, classe 1954, uno dei giovani degli anni settanta, da tempo indicato dallo stesso Frère Roger a succedergli. Con radici cecoslovacche, ha formazione tedesca ed è di religione cattolica.