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Ultima Cena

Cenni Storici

Il prototipo di questa icona dell’Ultima Cena è stato "scritto" tra il 1425 e il 1427 da iconografi della bottega di Daniil Cernji e Rublev per l’iconostasi della cattedrale della Trinità del Monastero della Trinità di San Sergio, situato a Sergiev Posad.
L’ordine delle feste di questa iconostasi comprendeva diciannove soggetti, sette in più rispetto alle tradizionali dodici grandi feste. E’ l’ordine festivo più importante della prima metà del XV sec., nel quale viene dato particolare rilievo alla Passione di Gesù con l’introduzione dei soggetti attinenti al tema: Lavanda dei piedi, Ultima Cena, Comunione degli apostoli con il pane, Comunione con il vino, Crocifissione, Deposizione dalla croce, Deposizione nel sepolcro.
L’iconografo dell’Ultima Cena forse fu proprio il monaco Daniil Cernji, primo maestro di Rublev, con il quale egli pregava e contemplava le icone, preparando il suo ministero di "scrittore di icone".
Danjil dipinge i volti in maniera libera e disinvolta, semplificando le sagome delle figure, senza sacrificare le sottili sfumature psicologiche, che rendono la drammaticità dell’evento.

Alcuni particolari

Il tavolo intorno a cui sono seduti gli apostoli è un cerchio, simbolo della comunione, esattamente come le figure della Trinità disegnano il cerchio perfetto dell’Amore, che fa capo a Cristo.
La coppa è simbolo eucaristico del sacrificio di Gesù, perché contiene il vino trasformato, per la morte di Cristo, nel Suo sangue.
Il pane con impressa la croce indica il simbolo eucaristico del corpo di Gesù, nutrimento spirituale dell’uomo per la vita eterna: " Io sono il pane della vita…il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo… Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda" (Gv 6,48. 51,55).
L’edificio raffigurato dietro Gesù simboleggia Cristo stesso, che si è paragonato alla pietra che i costruttori hanno rigettato: " La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d’angolo" ( Mt 21, 42). Questa pietra angolare sostiene il tempio raffigurato dietro gli apostoli, simbolo della Chiesa, nata da Gesù e iniziata dagli apostoli stessi, pietre vive dell’edificio spirituale che è la Chiesa: " Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo" (1 Pt 2, 4-5).

Simbologia dei colori

Cristo indossa una tunica rossa, simbolo dell’umanità assunta con l’Incarnazione, della Sua regalità, dell’amore dato agli uomini con il Suo sacrificio sulla croce; il mantello blu che gli ricopre la spalla sinistra è simbolo della Sua divinità: Egli è vero uomo e vero Dio.
L’aureola color oro indica la santità e la divinità di Gesù, perché l’oro è simbolo di Dio, che è luce.
La croce inscritta nel nimbo è il segno del Suo sacrificio, per mezzo del quale Cristo ha portato la salvezza all’umanità.

Significato Teologico

L’icona è "Parola scritta", perché ci aiuta a contemplare con le immagini le Verità proclamate nel Vangelo. In questa icona siamo invitati a contemplare l’Ultima Cena di Gesù con gli apostoli e siamo chiamati a meditare sul tradimento di Giuda.
Poiché nell’icona non è rappresentato il momento in cui Gesù spezza il pane e lo distribuisce ai suoi apostoli, secondo la descrizione fatta nei Sinottici, è evidente che l’iconografo si è ispirato in particolare al Vangelo di Giovanni, che mette in risalto non tanto il racconto dell’istituzione eucaristica, quanto piuttosto la nuova alleanza tra Gesù e l’uomo, che esige un comandamento nuovo, quello dell’amore ed il tradimento di questo comandamento da parte di Giuda.
Il tavolo intorno a cui sono seduti i commensali è un cerchio, simbolo della comunione e quindi dell’amore. Il gesto pieno di abbandono con cui Giovanni riposa sul petto di Gesù indica l’intimità nuova che si è creata tra Dio e l’uomo, attraverso l’Incarnazione ed il sacrificio di Gesù: " Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che vi comando…Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri"( Gv 15, 12-14. 17).
Il gesto di Giuda, che Gesù osserva con infinita tristezza, è il gesto dell’uomo che rifiuta di credere all’amore di Dio e quindi non accetta di amare il Padre ed i fratelli, mentre Gesù ha testimoniato questo amore fino a dare la vita.
Il calice ed il pane al centro del tavolo sono appunto i segni eucaristici del Suo sacrificio e l’invito a cibarsi di Lui , per rimanere in comunione con Dio e con l’uomo e, quindi, avere la vita eterna: " Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui… Chi mangia questo pane vivrà in eterno"( Gv 6, 56.58).